Rischio di ictus? Ora si saprà quanto grande
Un sistema computerizzato, realizzato dall’Università americana dell’Illinois, a Chicago, consente di calcolare la percentuale di rischio-ictus di un paziente. Il sistema è in fase di studio e di rodaggio a Milano: all’Istituto neurologico Besta e all’ospedale Niguarda. In pratica si tratta di una angiografia quantitativa di risonanza magnetica che associa in modo virtuale l’angiografia (la tecnica che consente di vedere il flusso dei vasi sanguigni cerebrali) alla risonanza magnetica (che visualizza gli organi interni) senza bisogno di un intervento invasivo ma sfruttando solo la ricostruzione ottenuta dalla risonanza.
Per studiare i vasi cerebrali, in realtà le due tecniche – angiografia e risonanza – erano già state fuse, ma quel metodo non forniva indicazioni sulla gravità dei meccanismi che provocano il danno cerebrale. Vale a dire che si individuava chi era a rischio (perché il lume di un vaso appariva ridotto) ma non quanto pericolo corresse il paziente. Senza la percentuale di riduzione del flusso sanguigno non si poteva calcolare se e quando questo flusso si sarebbe interrotto causando l’ictus. Ora questo calcolo dovrebbe essere possibile mentre prima ci si affidava solo alla capacità del medico di interpretare i risultati della fusione delle due tecniche.
Se la sperimentazione in atto darà i frutti previsti, il nuovo sistema non sarà solo uno strumento di valutazione preventiva, ma anche un mezzo di controllo dell’efficacia del trattamento dell’ictus. Per esempio per verificare se davvero il by pass di una carotide che si era chiusa è riuscito a realizzare un adeguato ripristino del flusso sanguigno.