Più del passato, è urgente quest’anno la vaccinazione (2012)
Anticipiamo l’articolo che sarà pubblicato nel numero di dicembre della rivista Cuore Amico, in quanto è urgente sensibilizzare già da ora le persone a rischio.
La Redazione
L’influenza costituisce un importante problema di sanità pubblica a causa del numero di casi che si verificano in ogni stagione, e soprattutto tra autunno e inverno, e che può essere più o meno elevato a seconda della trasmissibilità del virus influenzale circolante.
Gli obiettivi della campagna vaccinale in corso sono: riduzione del rischio individuale di malattia, della ospedalizzazione e dei casi di morte; riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità. Il ministero della Salute ha stabilito un elenco delle categorie di soggetti per le quali la vaccinazione stagionale è raccomandata: i soggetti di età pari o superiore a 65 anni; i bambini di età superiore ai 6 mesi; ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza.
Quindi le malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite; le malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la bronco pneumopatia cronico ostruttiva-BPCO); il diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30 e gravi patologie concomitanti); l’insufficienza renale cronica e le malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie.
Questo male di stagione, quest’anno è ancor più temuto a causa del virus H1N.
Uno studio recente fornisce ulteriore motivi per la vaccinazione contro l’influenza a chi ha problemi di cuore. È stato pubblicata su «Lancet Infectious Diseases» una ricerca condotta sull’analisi dei dati di 39 studi in materia, per far luce sulla presenza del legame tra influenza, infarto e morte cardiovascolare.
Secondo i ricercatori britannici del Centre for Infectious Disease Epidemiology di Londra, e i colleghi della London School of Hygiene and Tropical Medicine, alla luce di una revisione sistematica, occorre incoraggiare ancor di più le persone con cardiopatie o diabete (condizione che già di per sé aumenta i rischi di attacchi cardiaci) a vaccinarsi contro l’influenza.
Specie alla luce della doppia minaccia costituita quest’anno dai virus stagionali dell’Australiana e dalla nuova influenza A, che dovrebbero contagiare ancor più persone rispetto a quanto accade nelle normali stagioni influenzali.
I ricercatori hanno visto che è presente un aumento dei decessi dovuti ad attacchi cardiaci e dei casi di infarto nei mesi in cui circola il virus dell’influenza. Inoltre, la proporzione di morti in più collegati all’influenza e dovuti a problemi cardiaci è risultata, in media, del 35%.
Oltre a questo studio recente, altri numerosi studi hanno evidenziato una forte associazione tra influenza e infarto, mentre l’associazione influenza e morte cardiovascolare è risultata più debole. Quattro studi osservazionali su otto hanno mostrato un effetto protettivo per il cuore nelle persone che si erano vaccinate contro l’influenza. E altri due trial randomizzati suggeriscono che il vaccino riduca il rischio di morte cardiovascolare e di alcuni eventi ai danni del muscolo cardiaco. Nonostante ciò, secondo gli specialisti, oggi il vaccino antinfluenzale è ancora sotto-utilizzato, proprio da parte dei malati cronici (fra cui i cardiopatici), più vulnerabili.
Anche nei pazienti con la BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva), patologia che è al terzo posto come incidenza nel mondo e quindi in Italia, incorrere in infezione da virus influenzali crea un rischio da cui stare alla larga. Il rischio maggiore è la riacutizzazione della malattia, una delle conseguenze più gravi cui possono incorrere i malati di BPCO nella prossima stagione invernale, caratterizzata dalla presenza della nuova influenza AH1N1 oltre a quella stagionale.
Le virosi, infatti, causano un aumento dell’infiammazione aggravando un quadro respiratorio già notevolmente compromesso. La riacutizzazione della BPCO è un evento molto grave, che velocizza il decorso della malattia verso l’invalidità, lunghi e ripetuti ricoveri e, purtroppo non raramente, verso la morte nel corso dell’episodio o nell’arco dei mesi successivi. Il 50% delle morti, nei paziente con BPCO è data da accidente cardiaco. Per questo la vaccinazione antinfluenzale è diventata una pratica preventiva corrente nei portatori di BPCO.
La protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di sei-otto mesi, poi tende a declinare. Per tale motivo, e perché possono cambiare i ceppi in circolazione, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale.
Le misure di igiene e protezione individuale sono altrettanto importanti in quanto la trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per cui si raccomandano il lavaggio delle mani (l’uso di gel alcolici in assenza di acqua): una buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani); l’isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale; l’uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali).