Pieno successo della seconda giornata di “Cardíologie Aperte” 2005
Come individuare l’attacco cardiaco e come fronteggiarlo? E poi: una volta ricoverato in ospedale, quali interventi è prevedibile che gli siano praticati? Sono gli interrogativi-base dei molti cittadini che hanno partecipato a fine ottobre nel più antico ospedale romano alla seconda giornata nazionale delle “Cardiologie aperte”; interrogativi ai quali cardiologi e infermieri professionali del Santo Spirito nonché volontari di Cuore Sano hanno risposto nel corso di una mattinata divisa in due distinti momenti: il contro-attacco e la visita agli ambulatori e alle attrezzature della Cardiologia del Santo Spirito.
È stato anzitutto ricordato che l’attacco cardiaco, o la minaccia di infarto cardiaco acuto, è un evento gravato da un elevata mortalità (circa 25%) se non riconosciuto e trattato tempestivamente. Con l’ausilio di diapositive, è stata evidenziata l’importanza di un rapido riconoscimento dell’attacco cardiaco da parte del paziente o dei presenti e delle misure che devono essere intraprese da ogni cittadino in caso di sospetto arresto cardiaco; in particolare si è discusso su quali sono i sintomi e i segni di attacco cardiaco, ed è stato sottolineato che spesso la sintomatologia è sfumata o non continua e i sintomi, specialmente il dolore al petto, possono essere molto attenuati o talvolta addirittura a mancare.
L’attacco cardiaco non si presenta, nella maggioranza dei casi, in modo drammatico, come i mass-media, cinema e televisione, per ovvie ragioni di spettacolo, ci fanno credere. Inoltre, il dolore a volte si localizza anche in altre sedi, come il collo, la mandibola, gli arti superiori, le spalle, l’addome (bocca dello stomaco) e pertanto può essere confuso con altre malattie quali l’artrosi cervicale, i disturbi digestivi ecc. Per quanto riguarda le misure da intraprendere in caso di sospetto attacco cardiaco il messaggio è chiaro e semplice: in caso di sintomi sospetti che durano oltre 5 minuti, bisogna telefonare immediatamente al 118, il sistema pubblico di soccorso sanitario, e descrivere la sintomatologia in atto, senza alcun timore di disturbare gli operatori. Non bisogna perdere tempo chiamando medici di fiducia o di famiglia, amici o parenti. Non bisogna cercare soluzioni terapeutiche personali (per esempio l’assunzione di antiacidi in caso di sospetta indigestione). Inoltre non ci si deve far accompagnare all’ospedale con mezzi privati o tanto meno guidando personalmente l’automobile. Infatti nelle prime ore da un attacco cardiaco vi è una elevata incidenza di aritmie che possono risultare fatali se non adeguatamente e tempestivamente trattate.
L’importanza di attivare al più presto il 118 sta appunto nel fatto che l’eventuale trasporto in ospedale avviene in condizioni di sicurezza con disponibilità di apparecchiature, come ad esempio il defibrillatore, in grado di trattare tempestivamente le complicanze gravi che potrebbero sopraggiungere, come le aritmie minacciose o l’arresto cardiaco. Inoltre il personale del 118 può sin dai primi momenti del soccorso eseguire accertamenti diagnostici (elettrocardiogramma) o fornire misure terapeutiche (fleboclisi, ossigeno ecc.); in tal senso il 118 non deve essere visto come un sistema di solo trasporto, ma anche di diagnosi e cura; infine, in caso di necessità di ricovero, il personale del 118 in contatto con la centrale operativa, sulla base dei riscontri diagnostici iniziali e sulla base della disponibilità di posti letto in quel momento nei diversi ospedali, può stabilire quale sia la struttura ospedaliera più idonea dove ricoverare il paziente.
II secondo momento della giornata ha riguardato la visita agli ambulatori della Cardiologia, dove sono state illustrate le attività che abitualmente vengono svolte e le modalità di accesso a tali servizi. In tale sede, con l’ausilio di libretti illustrativi appositamente preparati dall’Health Care Foundation, sono stati brevemente discussi anche i principali fattori di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari e le misure per ridurre tale rischio, con particolare riferimento ad una corretta alimentazione, alla sospensione del fumo e ad una attività fisica regolare. Le risposte fornite dai cittadini al questionario di gradimento dell’iniziativa sono state molto favorevoli e vi è stata una diffusa richiesta di ripetere tale iniziativa anche il prossimo anno. (Hanno partecipato all’iniziativa, illustrandone le finalità, i cardiologi Roberto Ricci, Maurizio Burattini, Marco Renzi e gli infermieri professionali Enrico Leo, Alessandra Sioni, Eva Romani e Bocena Krawkovska).
Articolo pubblicato sul periodico dell’Associazione Cuore Amico ottobre/dicembre 2005