Legge antifumo = infarti diminuiti
Il 10 gennaio 2005 è entrata in vigore in Italia la legge Sirchia. Da un giorno al-l’altro gli italiani hanno scoperto che non è poi così difficile trattenersi dal fu-mare tra una portata e l’altra e i non fuma-tori hanno potuto godere perla prima volta della gioia di non dover respirare il fumo delle sigarette dei vicini. Uno studio con-dotto a Roma in 40 locali pubblici ha evidenziato che la concentrazione di particelle fini ed ultrafini nell’aria dei locali è diminuita del 70 % immediatamente dopo l’attuazione di questa legge.
Le conseguenze dannose del fumo passivo sulla salute sono ben documentate e van-no da un più alto rischio di tumore al polmone e di malattie respiratorie alla più alta frequenza di malattie coronariche e di ictus. Nonostante questo, poche indagini hanno valutato l’effetto sulla salute di leggi antifumo nei locali pubblici. In uno studio, pubblicato di recente sulla rivista americana Circulation, abbiamo analizzato i dati degli eventi coronarici acuti (infarto del miocardio e angina instabile) a Roma prima e dopo l’attuazione della legge.
Abbiamo utilizzato i dati dei ricoveri ospedalieri e del registro di mortalità dei residenti a Roma d’età compresa tra i 35 e gli 84 anni. Abbiamo paragonato i dati dal 2000 al 2004, con quelli del 2005, quando appunto la legge antifumo è entrata in vigore. Esisto-no molti fattori che, variando nel tempo, potrebbero spiegare eventuali cambiamenti nel numero di eventi: l’inquinamento atmosferico, la temperatura atmosferica, le epidemie influenzali. Abbiamo considerato gli eventi coronarici acuti giornalieri nei sei anni considerati, tenendo conto di questi fattori. Dopo l’introduzione della legge abbiamo osservato una riduzione significativa di eventi coronarici nella popolazione di 35-64 anni (-11 %) e di 65-74 anni (-8 %), mentre nessuna riduzione si è colta nel gruppo più anziano. È normale che i vantaggi di una legge che proibisce il fumo in tutti i luoghi pubblici siano più forti per le persone più giovani, perché il beneficio é proporzionale a quanto si frequentano uffici, ristoranti, bar, ecc.
Dal 2000 al 2005 ci sono stati diversi cambiamenti, come l’introduzione e la diffusione di nuove terapie, che potrebbero aver contribuito a questa diminuzione, compresi i ricoveri ospedalieri totali, che possono rappresentare fattori non misurati responsabili del decremento di eventi coronarici acuti. Nonostante questo, i risultati sono stati confermati. La legge antifumo sembra quindi avere effetto positivo e proteggere la salute della popolazione. Nelle analisi dei sottogruppi di popolazione si sono osservate le riduzioni maggiori per i maschi e per le persone di bassa condizione socioeconomica. L’effetto della legge antifumo può agire sia sulla diminuzione del fumo attivo, sia sulla riduzione di esposizione a fumo passivo. Dal 2003 al 2005 le vendite di sigarette a Roma sono diminuite, specialmente dal 2004 al 2005, e i dati Istat mostrano una riduzione dell’abitudine al fumo nella popolazione maschile. Riteniamo però che l’effetto sulla riduzione di in-farti sia principalmente dovuto alla riduzione del fumo passivo. Dall’applicazione di un modello matematico infatti la riduzione attribuibile a cambiamenti nel fumo attivo risulta inferiore al 2 %.
Per concludere, questo studio ha mostrato che la legge antifumo in Italia ha avuto un impatto misurabile sulla salute. Poiché le malattie coronariche costituiscono la più importante causa di morte in Italia, anche una piccola riduzione ha implicazioni enormi sulla salute della popolazione.