Largo ai generici! Stessi vantaggi ma a minor costo
Secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità si chiamano farmaci generici i medicinali “bioequivalenti” a quelli, più noti e più consumati, già da tempo in commercio, rispetto ai quali contengono lo stesso principio attivo, cioè la sostanza che svolge l’azione curativa (esempio: il farmaco che va sotto il nome, brevettato, di “aspirina”, può essere venduto sotto forma di generico come “acido acetilsalicilico”); hanno le stesse indicazioni terapeutiche e gli stessi effetti indesiderati; si assumono con le stesse modalità, avendo lo stesso dosaggio, la stessa forma farmaceutica (pasticche capsule, spray, ecc.) e via di somministrazione (via orale, inalazione, iniezione). In sostanza i farmaci generici hanno la stessa efficacia e tollerabilità e sono quindi sovrapponibili.
I generici sono sicuri e di qualità? Sì, per-ché questi farmaci, oltre ad avere i requisiti già descritti, devono essere sottoposti agli stessi controlli degli altri medicinali per ottenere l’autorizzazione del ministero della Salute, l’immissione in commercio e la disponibilità in farmacia.
Come si possono individuare? Il generico non ha un nome commerciale di fantasia come l’analogo più conosciuto, ma solo quello del principio attivo che contiene (abbiamo fatto un esempio) eventualmente seguito dal nome del produttore. Bisogna solo abituarsi a farmaci con nomi forse più difficili da ricordare o pronunciare.
Perché costano di meno? La spiegazione è semplice: quando un nuovo farmaco viene immesso sul mercato è coperto dal brevetto e venduto a un prezzo tale da copri-re anche i costi sostenuti per la ricerca e la sperimentazione. Scaduto il brevetto, ogni farmaco può essere riprodotto e venduto come generico da qualsiasi azienda farmaceutica autorizzata ma ad un prezzo inferiore: non ha avuto costi iniziali (ricerca, sperimentazione) da recuperare.
Quali vantaggi offre il generico? Il vantaggio più immediato per il consumatore è quello di potere acquistare anche i generi-ci di fascia C (cioè i farmaci che il paziente paga per intero) ad un prezzo inferiore al-la specialità di riferimento. Ma c’è un
altro vantaggio, per la collettività: il minor prezzo dei generici consente anche un risparmio della spesa a carico del Sevizio sanitario nazionale ed una maggior disponibilità economica dello Stato da reinvestire in altri programmi sanitari.
ALCUNI FARMACI (NON “GRIFFATI”) PER CARDIOPATICI
Sono ormai diecine e diecine i farmaci generici, sostitutivi di quelli griffati, che possono essere assunti dai cardiopatici o per singole patologie o per proteggere l’apparato digerente dagli effetti collaterali di medicinali (generici o brevettati fa lo stesso: come abbiamo spiegato, il principio attivo è lo stesso in tutti e due i preparati).
Abbiamo fatto l’esempio dell’ACETILSALICILICO (essenziale per gli infartuati).
Un antitrombolitico generico? Eccolo: TICLOPIDINA.
Se c’è bisogno di farsi prescrivere un antipertensivo, si può chiedere I’ENALAPRIL.
Un farmaco che contribuisce a ridurre il tasso elevato di colesterolo? Uno dei tanti a base di statine, per esempio la SIMVASTATINA.
Un betabloccante meno costoso del griffato? Il METOPROLOLO.
E, per gastroprotettore (ad esempio dagli effetti dell’acido acetilsalicilico o della “aspirina”) si può assumere il LANSOPRAZOLO.