Isola Tiberina al Ghetto
Presentiamo le foto dell’uscita dell’associazione Cuore Sano presso il Ghetto dell’ isola Tiberina
Una passeggiata ricca di aneddoti, leggende ma soprattutto notizie storiche, è quella che inizia dalla basilica di san Bartolomeo all’Isola Tiberina e si snoda nel cuore del ghetto degli Ebrei, tutto racchiuso nel Rione sant’Angelo, il più piccolo rione di Roma. Unica isola fluviale, l’isola tiberina prende il suo nome dal fiume Tevere, dove, in corrispondenza dell’antico guado che consentiva l’attraversamento del fiume, si svilupparono scambi commerciali e culturali prima ancora che Roma fosse fondata. Secondo la tradizione, nel III secolo a.C. accolse il Tempio di Esculapio, dio della medicina, e diventò un vero e proprio luogo di ricovero per i malati, che con offerte e sacrifici si affidavano alle cure del dio per ottenere la guarigione. Lasciata l’isola, attraverseremo Ponte Fabricio per iniziare il nostro percorso nei vicoli del “serraglio” o ghetto degli Ebrei. Istituito nel 1555 da papa Paolo IV Carafa, il ghetto accolse al suo interno tutta la comunità ebraica di Roma, presente in città da epoca romana. Gli Ebrei, che fino a quel momento avevano vissuto da uomini liberi si ritrovarono all’improvviso obbligatoriamente rinchiusi in una piccola parte della città, in abitazioni fatiscenti e sottoposte al continuo rischio delle inondazioni del Tevere. L’antico ghetto fu demolito dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia e al suo posto furono edificati 4 isolati, uno dei quali occupato dalla Sinagoga donata agli Ebrei agli inizi del Novecento. Ma la storia del ghetto doveva ancora vivere il suo ultimo epilogo: il rastrellamento di oltre 1000 persone operato dai tedeschi il 16 ottobre del 1943 e la loro deportazione nei campi di sterminio. Appena fuori del ghetto, percorrendo via della Reginella, arriveremo in una piccola piazza che ospita bellissimi palazzi nobiliari e la Fontana delle Tartarughe dove chiuderemo il nostro percorso.