Alla catena di montaggio di “Cardiologie aperte” (2007)
È una magnifica catena di montaggio!, ha detto un cittadino-paziente ammiccando ad una infermiera. Magari non sarà stata proprio magnifica, ma certo quanti l’hanno animata – e sono sta-ti tanti – ce l’hanno messa tutta per rende-re agevole, piacevole e soprattutto utile a tutti gli ospiti del S. Spirito la quarta edizione di “Cardiologie aperte” che si è svolta domenica 30 settembre promossa dalla Fondazione per la lotta alle malattie cardiovascolari, dall’Associazione cardiologi ospedalieri e dalla nostra Associazione Cuore Sano.
Perché il nostro amico ha fatto questo paragone (certo non polemico, e anzi in qualche modo felice) con una catena di montaggio? Perché, con una accorta distribuzione delle parti, un gruppo di medi-ci, paramedici e volontari sono riusciti nel-la piccola impresa di accogliere per quattr’ore tutti i cittadini che volevano visitare le attrezzature cardiologiche del più antico ospedale romano; che intendevano assistere ad una vera e propria lezione sul-l’attacco cardiaco e sugli stili di vita per prevenirlo; che si erano iscritti per tempo al corso di rianimazione e sull’uso del defibrillatore (l’esperienza più lunga e delicata, limitata ai primi venticinque); che erano interessati a ricevere opuscoli informativi su moto, sana alimentazione, pericolo-fumo e gli ultimi numeri del periodico che state ora leggendo; e, finalmente, che volevano farsi misurare gratuitamente pressione arteriosa, glicemia, colesterolemia totale.
Qui, sull’organizzazione del sistema che portava agli esami pressori e del sangue, si è davvero realizzata la famosa catena di montaggio. Scenario: cinque stanze consecutive lungo lo stesso corridoio degli ambulatori di Cardiologia. Nelle prime due stanze un paio di volontari di Cuore Sano (sempre gli stessi, ormai assai esperti nel “tirare fuori” dai pazienti tutte le indicazioni utili) ricevevano singolarmente i cittadini che desideravano conoscere il proprio stato di salute cardiologica. Cordiale colloquio, molte domande (gli stili di vita, il tipo di alimentazione, i malanni pregressi, ecc.), la compilazione, da parte del volontario, di quattro pagine di anamnesi.
Pochi minuti di attesa, quindi i pazienti – scheda in mano – venivano chiamati, due alla volta, nella terza stanza: lì c’erano due infermiere professionali che effettuavano la misurazione della pressione e dei valori ematici e trascrivevano i dati sulla scheda. Ancora qualche minuto, e nelle ultime due stanze i pazienti venivano visitati singolarmente da uno dei cardiologi a disposizione per la Giornata. Qui altro colloquio, quello finale e decisivo: il medico valutava la famosa scheda, calcolava il rischio cardiovascolare (probabilità di andare incontro ad eventi cardiaci nei prossimi dieci anni), forniva a ciascuno tutte le informazioni e i consigli per ridurre il proprio livello di rischio. A chi presentava un livello di rischio particolarmente elevato, il cardiologo provvedeva ad effettuare un ulteriore esame, sempre gratis: l’elettrocardiogramma. Quanti cittadini-pazienti si sono sottoposti a questa benefica catena di montaggio? Una settantina. Che non è poco, considerando la complessità, ma anche la relativa rapidità, delle “tappe” Ma non è nemmeno troppo: malgrado la massiccia diffusione dell’iniziativa in tutta l’area della Asl RmE (farmacie, centri sociali, parrocchie, lo stesso ospedale, ecc.) la risposta dei cittadini è stata di poco inferiore alle attese e ai precedenti.
Bisognerà studiare il perché.
C’è però da aggiungere che altri, molti altri cittadini partecipavano nel frattempo ad altre iniziative, sempre al S. Spirito e sempre nel quadro di Cardiologie Aperte. Nella palestra per la riabilitazione cardiologica (per inciso: anche la semplice visita alla sa-la ha dato un’idea ai profani di quali e quante attrezzature siano a disposizione per assicurare la ripresa psicofisica di infartuati, bypassati, scompensati) il responsabile della Cardiologia, dr. Roberto Ricci, si alternava con altri colleghi nell’illustrare a gruppi di visitatori, anche con diapositive, come riconoscere tempestivamente l’attacco cardiaco e in questo caso che cosa fare subito, ma anche quali comporta-menti consentono di ridurre in partenza, con attenta prevenzione, l’incidenza di infarto e ictus. Queste sessioni di lavoro si sono protratte per tutta la mattinata e da ogni gruppo di cittadini sono venute domande, richieste di delucidazioni e integrazioni.
Altri intanto si intrattenevano sotto i portici, per la distribuzione di opuscoli e di “Cuore Sano”, per ascoltare altri soci e socie che illustravano le ragioni che suggeriscono il volontariato e l’associarsi a “Cuore Sano”.
Ed altri ancora (numero chiuso, per parenti/conoscenti di pazienti cardiopatici) partecipavano al corso – l’esperienza viene ripetuta più volte l’anno – di rianimazione cardiopolmonare e per l’uso del defibrillatore semiautomatico che consente l’acquisizione del diploma Blsd, indispensabile per esercitare il pronto soccorso con la straordinaria macchinetta che lancia gl’impulsi elettrici al cuore.
Essenziale per la lezione (curata dal responsabile nazionale del Corso, dr. Maurizio Burattini, assistito dalle infermiere professionali Krakowska e Di Giacomo) era il manichino di un paziente: per esercitarsi nel bocca-a-bocca, per provo-care la ripresa cardiaca attraverso le potenti pressioni sul torace, e soprattutto per l’u-so del defibrillatore.
Sembra facile a dirsi, e invece ci vogliono ore e ore di lezione: anche le pressioni sul torace vanno fatte – come dire? – a regola d’arte. Arte sanitaria, ma sempre arte. Come insegna da molti secoli la Scuola Salernitana.
La gioiosa catena di montaggio è terminata. Con soddisfazione (pare) generale.
A CHI DOBBIAMO IL PIENO SUCCESSO DELLA GIORNATA AL SANTO SPIRITO
“Cardiologie Aperte” al S. Spirito deve gran parte del suo successo alla generosa mobilitazione di un gruppo di cardiologi, di infermiere/i professionali e di volontarie/i dell’Associazione Cuore Sano.
Dell’équipe medica, guidata dal direttore della Cardiologia, dr. Roberto Ricci, facevano parte i dr. Maurizio Burattini, Alessandro Carunchio, Eugenia Olivieri e Marco Ricci.
Sette gli infermieri e infermiere professionali, divisi in due gruppi: Enrico Leo, Bozena Krakowska e Tiziana Di Giacomo hanno gestito, con il dr. Burattini, il corso di rianimazione e defibrillazione (BLSD); mentre Rosa Bruno, Filomena Ciavolella, Silvia Fabrizi e Fabio Maggi hanno fatto ai cittadini-pazienti gli esami pressori, glicemici e della colesterolemia.
I compiti della organizzazione della Giornata, della distribuzione degli opuscoli informativi (su dieta, fumo, movimento, contrattacco cardiaco), della promozione della campagna associativa a “Cuore Amico”, della redazione delle schede di ciascun paziente – indispensabili per procedere agli esami del sangue e alla visita medica finale – sono stati assunti dai volontari dell’Associazione presieduta da Aldo D’Alessio: il vice-presidente Luciano Di Vita, Franco Ubaldi, Giancarlo Velati, Marinetta Ciasca, Aida Di Censo, Bruno D’Ancona. Giangiacomo Carta, la segretaria di “Cuore Sano” Alessandra Corrente e il direttore del vostro periodico.