Il cuore, ecco le speranze alle soglie dei terzo millennio
del prof. Vincenzo Ceci, primario cardiologo dei S. Spirito
Le malattie cardio-vascolari sono, ancora oggi, le malattie più frequenti nella popolazione mondiale e rappresentano ancora la causa più frequente di morte. Ma negli ultimi decenni si sono ottenuti progressi straordinari sia per la diagnosi più precoce di queste malattie, sia per la loro cura. E speranze ancora maggiori, ed inimmaginabili solo qualche anno fa, si aprono alle soglie dei nuovo millennio.
La più diffusa della malattie cardiache è quella ischemica, cioè i mali delle coronarie, che provocano angina ed infarto. Ebbene, in questo campo sia la prevenzione che la diagnosi e la terapia stanno compiendo passi veramente giganteschi. L’educazione sanitaria, con i mezzi di diffusione sempre più a portata di un gran numero di individui (tv, computer, internet) potrà raggiungere e convincere sempre più ampi strati di popolazione a seguire stili di vita che rendano più difficile il comparire e lo svilupparsi della cardiopatia ischemica.
Basti pensare alle grandi campagne contro il fumo ed il colesterolo che sono state fatte in questi ultimi anni e che sempre più potranno radicarsi nella cultura dei cittadino dei terzo millennio. Basti pensare alla scoperta dei farmaci come le statine per il controllo dei colesterolo e dei bupropione per la lotta contro il fumo ed alla possibilità pratica di poter fare attività fisica come attività dei tempo libero perché l’automazione regalerà sempre più all’uomo tempo per se stesso: ed è noto quanto l’attività fisica, e la riabilitazione cardiologica in particolare, apporti benefici al cardiopatico. Tutto ciò porterà ad una migliore qualità della vita, e quindi ad un maggior controllo dei fattori di rischio, compreso lo stress.
La diagnosi delle malattie cardiache, diventerà sempre più facile, più sicura e più precoce, e con questo le terapie diventeranno sempre più efficaci. lo sviluppo dell’ecocardiografia, tanto per fare un esempio, non si arresta. Metodi sempre più sofisticati permettono di studiare sempre più accuratamente non solo l’anatomia dei cuore anche durante la gestazione!) ma anche la sua funzione. Si potrà arrivare a capire il livello di perfusione dei miocardio e quindi scegliere le strategie terapeutiche più adatte. la risonanza magnetica nucleare ci darà notizie sempre più precise sulla struttura dei cuore e ci aiuterà a capirne anche le anomalie di funzionamento.
Ma le speranze maggiori si attendono dalla terapia. L’angioplastica e l’applicazione di stent coronarici è una pratica che si sta diffondendo sempre di più nella cura dell’infarto e dell’angina instabile. I risultati a distanza sono migliorati con l’uso di potenti e nuovi farmaci antiaggreganti. Anche i casi di restenosi dopo questo tipo di intervento diventeranno sempre più rari con la brachiterapia, cioè l’applicazione endovascolare di radiazioni ionizzanti che saranno emanate dagli stessi stent. In campo chirurgico si potrà operare sulle coronarie, come già si è cominciato a fare, ” a cuore battente”, senza ricorrere piu , cioè, alla circolazione extracorporea, ottenendo così una semplificazione dell’intervento chirurgico. Ma ancora più importante è la chirurgica robotica. Già oggi si eseguono interventi semplici sul cuore (come chiusura di pervietà interatriali o resezioni di muscolo settale) con l’uso dei robot.
Entro pochi anni potranno svilupparsi di molto le indicazioni con questo tipo di tecnica chirurgica. Basterà allora introdurre nel cuore, attraverso qualche buchino sulla cute, dei minuscoli supporti di varia forma a seconda delle necessità ed il chirurgo, seduto davanti ad una consolle con un monitor, guiderà queste “manine” dei robot correggendo così, da lontano, le malattie chirurgiche senza più aprire il torace.
E questi interventi potranno essere eseguiti anche a molta distanza dal paziente con lo sviluppo della telemedicina, che aiuterà anche in altri terreni di applicazione il cardiologo ad un più attento controllo dei malato.Grandi progressi, e le speranze maggiori, si attendono tuttavia dalla terapia genetica. L’individuazione quasi completa della composizione dei DNA, che è la struttura portante dei nucleo di ogni cellula, ha permesso di localizzare un gran numero di geni, che rappresentano il patrimonio ereditario attraverso i quali si costruisce un individuo con le sue peculiarità assolutamente personali.
Ebbene, la manipolazione dei geni portatori dei messaggi di cardiopatie congenite o della predisposizione all’ipertensione o all’ipercolesterolemia, tanto per fare degli esempi semplici, potrà portare alla modificazione strutturale di quei geni, eliminando così quella certa malattia congenita o quella certa predisposizione ad una malattia cardiaca . Già oggi si sono cominciati ad eseguire esperimenti di trapianti di cellule: cellule muscolari prelevate per esempio dalla coscia di un individuo con infarto o con scompenso cardiaco, trasferite nel cuore, si sono trasformate in fibre muscolari cardiache che hanno sostituito le cellule malate. Oppure si è riusciti, con queste tecniche, ad indurre la produzione di cellule endoteliali nei vasi coronarici, ricostruendo così un circolo coronarico collaterale che può meglio irrorare il tessuto miocardico malato.
Ancor più la realizzazione delle speranze di sostituire parti dei cuore malato con nuovo tessuto sano si è aperta con la prospettiva, attualissima, dell’uso delle cellule staminali. Queste sono cellule primordiali che possono avere la capacità di maturare verso qualunque forma di tessuto, se opportunamente guidate. L’Italia è all’avanguardia in questo tipo di ricerca, attraverso la proposta di usare ovuli non fecondati in cui può venir trasferito un nucleo di una cellula dei paziente che si vuole curare, coi suo patrimonio genetico. Queste cellule, così “costruite”, potranno poi divenire cellule staminali e, trapiantate nei tessuti che si vogliono ricostruire, svilupparsi nella direzione voluta. Se si innestano, per esempio, nel muscolo cardiaco, queste cellule potranno svilupparsi come cellule muscolari e andare a sostituire le cellule dei muscolo cardiaco necrotizzate da un infarto o esaurite e danneggiate da uno scompenso cardiaco.
Ho dato una panoramica, necessariamente limitata, delle grandiose prospettive che la scienza sta mettendo a disposizione della salute dell’uomo. Che dire di noi? Viste le prospettive che ci attendono, dobbiamo cercare di ammalarci il più tardi possibile, e se proprio questo accade, cerchiamo di tirarla a lungo per usufruire eventualmente anche noi dei progressi che si realizzeranno nei prossimi anni.
Già oggi si eseguono interventi con l’uso di robot, entro pochi anni queste operazioni saranno posssibili anche a distanza.