Un paziente su dieci rinuncia a esami e visite già prenotati. Pochi avvertono: la disdetta che invece favorisce chi è in coda
I numeri parlano chiaro. L’anno scorso, nel Lazio, sono stati prenotati dieci milioni e mezzo di esami e visite nei centri sanitari pubblici. Di queste prenotazioni non ne sono state utilizzate ben il dieci per cento. Media altissima. Perché l’assistito rinuncia? Perché i tempi di attesa sono troppo lunghi, perché si prenota in più strutture salvo poi a usare la più rapida, oppure contrattempi e persino distrazione. Ma ben spesso (anzi: troppo spesso) l’assistito che rinuncia non avverte, non disdice l’appuntamento. Di questo milione di sprechi, infatti, solo circa duecentomila sono stati recuperati (dopo una civile disdetta o dopo un cortese richiamo telefonico da parte degli operatori del Centro unico prenotazioni) per altri pazienti in lista di attesa: almeno di un poco la coda è stata accorciata.
Come rimediare? Ci sono due strade. Una è raccomandare i pazienti, con tutti i mezzi di informazione e diffusione, di disdire tempestivamente l’appuntamento. E’ facile: nel Lazio il numero verde del Cup (803333: attenzione, niente prefisso e non c’è errore di stampa) che serve per le prenotazioni, ora ha un’opzione automatica. Senza attendere la risposta dell’operatore, il paziente può disdire l’impegno: a guidarlo è una voce automatica che richiede il numero della prenotazione e chiede se confermare o disdire. Se c’è la disdetta il posto è libero per un altro paziente in lista di attesa.
L’altra strada (sperimentata nel Lazio con successo) è a carico del Cup che, grazie ad un nuovo sistema informatico che ha immesso in un unico database tutti i dati delle dodici Asl (con relativi ospedali e ambulatori) e delle otto aziende ospedaliere autonome, consente agli operatori del call center di contattare telefonicamente i pazienti prenotati. Nel 2007 sono stati così interpellati circa un milione e duecentomila cittadini. Conferma? No, grazie – ha risposto un cittadino su sei. Altri posti liberi, code in (relativa) diminuzione.
Attenzione, le dimenticanze possono anche costare care. La legge finanziaria 2007 stabilisce che chi non disdice almeno 48 ore prima dell’appuntamento o non presenta una giustificazione plausibile (ad esempio un certificato medico) rischia di pagare comunque il ticket, sino a 36,15 euro, anche se ne è esente. Multa ancora più salata se non si ritirano gli esami entro trenta giorni: la legge prevede il pagamento integrale della prestazione.