PILLOLE DI SALUTE 2008/3
PREVEDERE L’INFARTO? Parte uno studio, made in Italy, mirato ad accertare se sia possibile prevedere che si è a rischio di infarto. La sperimentazione (lo riferisce il direttore della Cardiologia dell’università romana di Tor Vergata, Francesco Romeo, uno dei coordinatori del progetto) si basa sui dati di un precedente studio internazionale che ha rivelato come una proteina, la Lox1 sia responsabile dell’accumulo di colesterolo nelle arterie e dunque della formazione delle placche che causano prima l’arteriosclerosi e poi l’infarto. Arruolati duemila pazienti curati in dieci centri di cardiologia operanti in Italia: costituiranno la base di un test volto a identificare chi è a maggior rischio di infarto perché geneticamente predisposto, con quel che ne consegue di monitoraggio e prevenzione primaria.
L’ICTUS IN CINQUE PAROLE. In America viene lanciata una campagna di sensibilizzazione sui sintomi dell’ictus basata su cinque parole-chiave per riconoscere i segni distintivi di un attacco e potere intervenire subito. Ecco le cinque parole: cammina (ha perso l’equilibrio?), parla (pronuncia parole confuse?), percezione (un lato del corpo è debole o ha perso sensibilità?), vede (ha perduto parte della vista?), sente (accusa un forte mal di testa?). Campagna lanciata dall’associazione dei neurologi, del collegio delle emergenze fisiche e dall’associazione dei medici cerebrovascolari.
PER CHI HA PACE-MAKER. Un primo esperimento ha coinvolto 137 pazienti di diversi ospedali e ha dato buoni risultati: è un innovativo sistema di monitoraggio a distanza dei pazienti portatori di pace-maker e di defibrillatori biventricolari. Nel mondo la trasmissione elettronica dei dati casa-ospedale-medico curante coinvolge 225mila pazienti. Vista la soddisfazione del primo esperimento italiano, in Lombardia viene avviata una seconda fase destinata a valutare il rapporto costi-efficacia della telemedicina, i necessari cambiamenti nell’organizzazione del lavoro negli ospedali, e il problema dei rimborsi.